Instabilità e lussazione della spalla

COSA SONO INSTABILITÀ E LUSSAZIONE DELLA SPALLA?

La spalla è l’articolazione che permette la più ampia mobilità di tutto il nostro apparato locomotore. Per consentire questa libertà di movimento, la spalla è dotata di una struttura ossea poco vincolante e allo stesso tempo di strutture vincolanti (labbro glenoideo e legamenti) che rinforzano la capsula articolare e la mantengono al suo posto. L’instabilità o lussazione della spalla si verifica quando l’ efficacia di questi vincoli viene persa. Ciò accade solitamente a causa di un trauma sportivo, un incidente stradale, una caduta, una distorsione. Una volta che la spalla si è lussata è maggiormente incline a ripeterne gli episodi facendo diventare la patologia cronica.

Le lussazioni della spalla possono essere parziali, con la testa che fuoriesce solo parzialmente dalla glena (sublussazione). Una dislocazione completa (lussazione) insorge quando la testa dell’omero fuoriesce completamente dalla glena. Una volta che i legamenti, i tendini ed i muscoli della spalla si indeboliscono o addirittura si rompono, le lussazioni possono verificarsi ripetutamente anche per traumi minori rispetto al primo. L’instabilità cronica della spalla è la persistente incapacità di questi tessuti a mantenere la testa dell’omero centrata nella glena.

 
 

Sintomatologia

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La vita di tutti i giorni in pazienti affetti da instabilità di spalla è limitata fortemente non solo dalla sintomatologia che alcuni movimenti causano, ma soprattutto per la paura che l’episodio di lussazione possa insorgere nuovamente. I sintomi comuni dell’instabilità cronica della spalla sono: dolore, instabilità e lussazioni ripetute, progressiva limitazione funzionale (nei movimenti di extrarotazione ed abduzione). Nel momento in cui dopo una lussazione ci sia stato anche un danno osseo, la sintomatologia dolorosa è più marcata e molto spesso si dovrà ricorrere ad interventi chirurgici.

 

Trattamenti

 

Trattamento conservativo

Il trattamento conservativo è strettamente legato al rischio di recidiva della lussazione. Ci vorranno spesso diversi mesi di trattamento non chirurgico prima di poter dire quanto questo dia risultati favorevoli. Spalle a basso rischio possono avere un trattamento riabilitativo che consiste in una rieducazione motoria detta propriocettiva, per recuperare un giusto coordinamento nei movimenti che vanno dalla colonna vertebrale, alla scapola, alla spalla, associata a trattamenti di rinforzo muscolare mirato affinché gli stabilizzatori dinamici, i muscoli della cuffia dei rotatori, possano compensare il difetto dei legamenti. Farmaci antinfiammatori non steroidei possono ridurre il dolore e gonfiore.

Trattamento chirurgico

La chirurgia si basa sul principio di base secondo il quale ogni volta che la spalla esce dalla sua sede causa un danno poiché legamenti, tendini, cartilagine e osso vengono irrimediabilmente danneggiati ad ogni episodio di lussazione della spalla. È spesso necessaria per riparare il labbro glenoideo distaccato durante l’episodio di lussazione in modo che possa meglio tenere l’articolazione in sede. Esistono diversi criteri che statisticamente aiutano nella scelta e sono l’età e il sesso del paziente, la presenza di danni ossei, il tipo di attività fisica svolta dal paziente ed il numero di lussazioni. Per le spalle ad elevato rischio di recidiva, la soluzione è l’intervento chirurgico. L’artroscopia è una chirurgia mini-invasiva che è, al giorno d’oggi, considerata il gold standard per questo tipo di patologia almeno per quanto riguarda il primo tentativo chirurgico. Artroscopicamente si procederà al riposizionamento del labbro glenoideo in sede mediante specifiche ancore.

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In caso di recidiva di lussazione dopo intervento chirurgico artroscopico ed in specifici casi selezionati si procederà ad un intervento “open” chiamato Latarjet che oltre a riparare i legamenti può compensare difetti anatomici di osso o di legamenti più importanti e viene riservato dunque al trattamento di lesioni più gravi.

In entrambi i casi, all’intervento chirurgico seguirà un importante riabilitazione (fino ad un massimo di 6 mesi) per il ritorno alle attività sportive.

 

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