Piede piatto
COS’È IL PIEDE PIATTO?
Il piede piatto è una condizione morfologica e patologica del piede caratterizzata dalla riduzione o assenza dell’arco plantare mediale e dalla valgo-pronazione del calcagno. Nel bambino è una condizione del tutto fisiologica perché l’arco plantare deve ancora svilupparsi in quanto nei piede è presente una quantità di tessuto adiposo tale da rendere poco visibile la volta longitudinale interna. Il piede piatto nel bambino può essere dovuto ad ipotonia muscolare, lassità legamentosa, brevità del tendine d’achille oppure disfunzione del tendine tibiale posteriore.
Sintomatologia
La disfunzione del tendine tibiale posteriore che è il principale stabilizzatore della volta plantare e svolge un ruolo fondamentale nel sostenere la volta plantare mediale, a lungo andare inizia a deteriorarsi causando un progressivo appiattimento del piede. Il sintomo principale è il dolore al piede ed alla caviglia associato a gonfiore, appiattimento dell’arco plantare, abduzione del meso-avampiede e progressiva deviazione in valgismo (verso l’esterno) del calcagno. Interessa soprattutto le donne dopo i 40 anni e l’obesità ed il diabete sono fattori di rischio. A seconda della disfunzione del tendine tibiale posteriore, si riconoscono quattro stadi; i primi due stadi sono caratterizzati dalla riducibilità del retropiede ed un quadro di tenosinovite del tendine tibiale posteriore. Negli ultimi due stadi, il dolore si manifesta anche lateralmente al retropiede e si ha un deterioramento progressivo del tendine tibiale posteriore fino alla rottura ed insorgenza di processi artrosici a carico del retro e mesopiede.
Trattamenti
Trattamento conservativo
Il trattamento conservativo è sempre consigliabile ma è riservato agli stadi iniziali della malattia e si avvale di plantari, tutori, fisioterapia per il rinforzo del muscolo tibiale posteriore ed antinfiammatori. Una volta affrontate le cause del sovraccarico, una via moderna e promettente è quella di stimolare biologicamente i tendini patologici mediante l’utilizzo di cellule mesenchimali e di fattori di crescita piastrinici (PRP).
Trattamento chirurgico
Negli stadi più avanzati, il trattamento è chirurgico e varia a seconda della gravità della patologia. Si va dalla semplice esplorazione, alla tenorrafia (sutura) del tendine, in caso di rottura del tendine tibiale posteriore. In caso di concomitante deformità in piattismo, purchè riducibile, è indicata una procedura nota come ortesi endosenotarsica (inserimento percutaneo nel seno del tarso di una vite ad espansione che corregge la deformità) oppure in alternativa il cosiddetto “calcaneo stop” (la testa della vite inserita sul calcagno agisce da stop allo scivolamento mediale e plantare dell’astragalo sul calcagno). Nei casi più gravi si eseguono invece l’osteotomia del calcagno oppure, in caso di avanzato grado di artrosi, l’artrodesi (fusione delle articolazioni).