Patologie dell’articolazione Femoro-Rotulea

COSA SONO LE PATOLOGIE DELL’ARTICOLAZIONE FEMORO-ROTULEA?

L’articolazione femoro-rotulea occupa il compartimento anteriore del ginocchio ed è costituita dalla rotula e dalla troclea femorale. Durante i movimenti di flesso-estensione, la rotula, con la sua superficie convessa posteriormente, scorre sulla superficie concava della troclea femorale, come un treno sul binario, grazie al reciproco rivestimento cartilagineo. Tuttavia, una concavità poco accentuata o ruotata della troclea femorale, potrebbe provocare la fuoriuscita della rotula dal suo binario con conseguente insorgenza di dolore anteriore di ginocchio associato ad un aumento della pressione (iperpressione) su una parte dell’articolazione femoro-rotulea, esterna (più spesso) o interna, oppure instabilità (sub-lussazione) o addirittura fuoriuscita (lussazione). Anche il muscolo quadricipite femorale ed in particolar modo il muscolo vasto mediale obliquo svolge un ruolo importante nella stabilizzazione della rotula ed infatti il suo potenziamento muscolare è fondamentale nel processo riabilitativo. La degenerazione artrosica di questo compartimento si può verificare anche nei lavoratori che svolgono determinate attività oppure in seguito a traumi contusivi in regione anteriore di ginocchio che possono provocare fratture di rotula lesioni condrali ed osteocondrali.

 
 

Sintomatologia

Il dolore è localizzato anteriormente e si manifesta soprattutto quando si compiono determinati movimenti quali salire o scendere le scale, accovacciarsi, inginocchiarsi, correre, saltare, estendere il ginocchio dopo averlo avuto a lungo flesso (ad es. dopo un viaggio in auto) e comunque tende ad aumentare dopo aver sforzato il ginocchio. Si ha la sensazione che il ginocchio sia debole e ceda. In caso di lussazione, estendendo il ginocchio, la lussazione si può ridurre spontaneamente oppure è necessario l’intervento medico. Ad ogni modo, in caso di lussazione si avrà tumefazione e dolore per la lesione del legamento alare (più spesso mediale). In alcuni casi si può verificare anche un blocco in flessione che al contrario del blocco meniscale dura solo pochi secondi.

 
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Trattamenti

 

Trattamento chirurgico

L’intervento chirurgico è indicato nei casi in cui vi siano anomalie anatomiche (displasia femoro-rotulea o degenerazione di grado severo), tali da condurre ad episodi abituali di lussazione di rotula. L’intervento chirurgico può essere artroscopico oppure open. Artroscopicamente può essere riparato solo il legamento alare mediale oppure utilizzando la tecnica del lateral release, può essere centrata la rotula rilasciando parzialmente gli stabilizzatori legamentosi laterali. Tuttavia in letteratura, i risultati di questo intervento non sono soddisfacenti perché in effetti non corregge le alterazioni che sono alla base dell'instabilità. L’intervento chirurgico open (con incisione cutanea), permette di correggere anche le alterazioni ossee e può prevedere, a seconda delle anomalie esistenti, l’abbassamento della rotula, l’eventuale ricostruzione del legamento lesionato, la sezione dell’alare esterno, la plastica trocleare (nelle displasie severe), la plastica del vasto mediale e la trasposizione mediale tramite osteotomia della tuberosità tibiale anteriore (tecnica di Fulkerson). Nei casi di severa degenerazione della superficie articolare, è invece indicato l’intervento di sostituzione protesica del solo compartimento femoro-rotuleo.

Trattamento conservativo

Il trattamento conservativo può essere perseguito in quei pazienti che non presentano un grado di displasia femoro-rotulea severo che può a sua volta condurre ad una instabilità rotulea o ad una lussazione abituale di rotula. L’obiettivo del trattamento è il potenziamento isometrico del muscolo quadricipite femorale principale stabilizzatore della rotula ed in particolare del muscolo vasto mediale obliquo che provvede a centrare maggiormente la rotule nella troclea in caso di iperpressione rotulea esterna, anche con l’ausilio di elettrostimolazione. E’ anche indicato lo stretching dei muscoli ischio-crurali (flessori del ginocchio) in associazione alla crioterapia, alla terapia fisica (ultrasuoni, laserterapia, tecarterapia) e ai farmaci antinfiammatori non steroidei. Infine, in caso di severa degenerazione, per far fronte all’usura delle superfici articolari e per preservare la cartilagine, sono utili cicli di infiltrazioni articolari con acido ialuronico o con PRP.

 

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