Edema della spongiosa e osteonecrosi dell’osso subcondrale

COS’È L’EDEMA DELLA SPONGIOSA E OSTEONECROSI DELL’OSSO SUBCONDRALE?

Per edema osseo si intende l’aumento anomalo di liquidi all’interno della regione ossea normalmente occupata da osso spongioso e midollo osseo. È una condizione infiammatoria dovuta al sovraccarico della porzione spongiosa dei capi articolari ossei, ma può insorgere anche in caso di fratture, contusioni ossee, lesioni legamentose (ad es. nel ginocchio), osteoartrite, osteoporosi, lesioni osteocondrali, tumori etc.. Solitamente interessa i condili femorali e gli emipiatti tibiali. L’osteonecrosi è anch’essa dovuta ad una situazione di infiammazione della spongiosa ossea ma deriva da cause vascolari, può essere quindi configurata come una sorta di infarto osseo (necrosi ossea avascolare). Le cause possono essere primarie (abuso di alcol, sovrappeso, iperuricemia, dislipidemia, anemia falciforme diabete mellito LES) oppure secondarie a terapie cortisoniche di lunga durata, radioterapia. Può verificarsi anche su base traumatica ed in questo caso è interessato solitamente il compartimento mediale (forme algodistrofiche post-traumatiche, edema per osteoartrosi).

 
 

Sintomatologia

Raramente è asintomatica, solitamente il processo infiammatorio che accompagna il segmento scheletrico (la superficie articolare) interessato è molto doloroso ed è correlato alla gravità e all’evoluzione della malattia di base. La sintomatologia dolorosa peggiora con il carico e può associarsi a gonfiore ed ematoma limitando i movimenti del ginocchio (dell’arto coinvolto). In alcuni casi (necrosi severa), anche il minimo carico sul ginocchio può provocare una intensa sintomatologia dolorosa per cui la deambulazione è pressoché impossibile senza l’utilizzo di ausili.

 
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Trattamenti

 

Trattamento chirurgico

Per quanto riguarda il trattamento chirurgico, esistono diversi approcci che vanno dal trapianto osseo vascolarizzato e non (estremamente invasivo e di indubbia efficacia) al trattamento biologico con fattori di crescita e cellule mesenchimali che sembrano influenzare la prognosi e nei casi più avanzati la protesizzazione. I recenti sviluppi della ricerca in ambito di patologia cartilaginea del ginocchio hanno evidenziato che il tessuto osseo sottostante la cartilagine (osso subcondrale) gioca un ruolo cruciale nella patogenesi del danno cartilagineo stesso e, quindi, dell’artrosi. Per tal motivo, si sta affermando una tecnica chirurgica mini-invasiva, mirata specificamente all’osso sub-condrale nota come subcondroplastica. Consiste nell’iniezione intra-ossea, sotto guida radiografica, di sostanze terapeutiche a livello della lesione subcondrale che provvederanno ad una calcificazione artificiale immediata della regione necrotica ed edematosa; si possono impiegare un sostituto osseo biosintetico oppure un concentrato midollare autologo, ricco di cellule staminali mesenchimali autologhe. La scelta del tipo di sostanza da utilizzare è in funzione delle caratteristiche del paziente, della localizzazione ed estensione della lesione da trattare e dalla eventuale presenza o meno di danno cartilagineo. I risultati preliminari appaiono molto incoraggianti.

Trattamento conservativo

Sia per l’edema osseo che per l’osteonecrosi il trattamento conservativo è rappresentato dall’assunzione di bifosfonati, prostaglandine, statine e vitamina D, la deambulazione con due stampelle e la terapia fisica (onde d’urto e magnetoterapia). La durata della terapia associata al riposo funzionale e di almeno 4-6 mesi. Non ci sono studi in grado di dimostrare una assoluta efficacia di questi trattamenti il cui obiettivo principale è quello di evitare la progressione del danno e ripristinare la calcificazione dell’osso. Ad ogni modo, un trattamento effettuato nei primi stadi ha molte più probabilità di essere efficace rispetto a interventi più tardivi.

 

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