Sindrome da conflitto
Femoro-Acetabolare
COS’È LA SINDROME DA CONFLITTO FEMORO-ACETABOLARE?
La sindrome da conflitto Femoro-Acetabolare (FAI), è una condizione tipica dei giovani adulti, spesso sportivi, in cui esiste un contatto patologico tra testa del femore e ciglio acetabolare, tale che durante il normale arco di movomento, i due capi articolari non scorrano liberamente ma entrino in conflitto tra loro. Tali anomalie possono essere dislocate sul collo del femore (deformità tipo CAM), sul versante acetabolare (deformità tipo “PINCER”) o essere entrambe presenti (Impingement combinato). Il contatto patologico riduce il normale arco di movimento e nel tempo potrebbe esitare in rotture del labbro acetabolare e lesione della cartilagine articolare (coxartrosi).
Sintomatologia
I pazienti con conflitto femoro-acetabolare avvertono dolore in regione inguinale e glutea con associata rigidità nel movimento e zoppia. Nelle fasi iniziali, il dolore è presente solo in seguito ad alcuni movimenti dell’anca (infilare un calzino, accavallare le gambe etc..), successivamente si fa sempre più frequente, limitando l’attività sportiva e le più comuni azioni della vita quotidiana. Tra i movimenti che possono scatenare il dolore sono quelli di flessione dell’anca e di inginocchiamento. Caratteristico è il fastidio che si avverte durante la posizione seduta prolungata. In alcuni casi si possono avvertire scrosci e blocchi articolari.
Trattamenti
Trattamento conservativo
Nei pazienti non candidati all’intervento chirurgico, il primo approccio della terapia conservativa è rappresentato dai farmaci antinfiammatori assunti in modo ciclico e non continuativo. Le infiltrazioni articolari con acido ialuronico eseguite sotto guida ecografica, possono contribuire a lubrificare l’articolazione ed a ridurre la sintomatologia dolorosa. La fisioterapia offre molteplici vantaggi in quanto migliora la mobilità, rinforza i muscoli e modifica la postura del bacino. Nei soggetti obesi, Il calo ponderale può apportare enormi benefici; le attività fisiche in carico e tutti gli sport da contatto sono da evitare in quanto accelerano la progressione del danno cartilagineo e peggiorano i sintomi.
Trattamento chirurgico
In caso di mancato beneficio dopo la terapia conservativa, se il conflitto femoro-acetabolare è stato diagnosticato precocemente e l’articolazione non presenta franchi segni degenerativi, è possibile intervenire attraverso interventi di rimodellamento (osteoplastiche di resezione), che nella maggior parte dei casi possono essere eseguiti in artroscopia con tecniche mini-invasive. Se invece il conflitto ha già prodotto una degenerazione artrosica conclamata, l’unica soluzione realmente efficace è l’artroprotesi d’anca.